In netta controtendenza rispetto a quanto abbiano scelto di fare tutte le altre compagini di Quarta Serie, il Palermo continua imperterrito il proprio lavoro quotidiano, portando avanti il programma di allenamento settimanale in vista dell’eventuale ripresa della Stagione Sportiva, fissata al momento per i primi di Aprile.
A spiegare il perché di questa scelta, ci ha pensato prima l’AD rosanero Rinaldo Sagramola e poi, in rapida successione, anche Bomber Giovanni Ricciardo. Intervistato dal collega Fabrizio Vitale de “La Gazzetta dello Sport“, l’attaccante messinese ha toccato molteplici aspetti, raccontandosi a 360° e palesando il suo punto di vista rispetto al momento delicatissimo che sta attraversando la nostra nazione, oltre che alle prospettive concrete che le Aquile avranno alla ripresa (ragionevolmente repentina, ci si augura) del Campionato.
Di seguito, un estratto dell’intervista rilasciata dal centravanti peloritano a “La Gazzetta dello Sport“:
“Come inganno il tempo quando non mi alleno, ora che il Campionato è fermo? Suono la chitarra, vedo film e serie tv e cucino per me. Non amo lavare i piatti, ma le cose semplici le so fare. È un momento molto difficile, soprattutto perché la mia famiglia sta a Ficarra (ME), non la posso vedere ed è giusto così, perché i miei genitori hanno più di sessant’anni e devono stare attenti più del dovuto. Melissa, la mia ragazza, sta a Cesena. A fine Marzo sarebbe dovuta venire a Palermo, ma non è più possibile. Si soffre, ma l’importante è che i miei familiari stiano bene, questo è ciò che conta di più per me.
A livello personale sto bene, sia a livello fisco, sia mentale. Ho superato anche l’infortunio che mi ha tenuto fermo quasi due mesi e sto tornando al 100% della condizione. Questo stop non ci voleva, ma è dovuto ad una causa di forza maggiore, quindi lo accettiamo e lo viviamo con serenità e con grande senso di responsabilità. L’emergenza Coronavirus? Il Governo ha preso dei provvedimenti di massima urgenza. Forse, fino a 10 giorni fa, non si percepiva la reale portata dell’emergenza. Se il tasso di mortalità non è elevatissimo, quello dei contagi è più che preoccupante e andava trovata una soluzione per tempo. Noi seguiamo il protocollo previsto dalla legge e dalla Società, evitando il più possibile i contatti. Continuiamo ad allenarci anche perché siamo sotto stretto controllo, evitiamo di fare cose extra Calcio, ognuno di noi deve evitare di fare cavolate fuori dal campo, restando rigorosamente a casa. Ci spogliamo in spogliatoi diversi e finché restiamo tra di noi è tutto sotto controllo. Fuori dal campo invece, se prima si poteva andare a pranzo o a cena assieme, adesso evitiamo, a maggiore ragione, ora, con i locali chiusi in giro per Palermo.
Allenarsi soltanto, per quanto lo si faccia con l’adeguata intensità, non è la stessa cosa che prepararsi per una partita ufficiale, però non possiamo abbassare la guardia perché come si può fermare tutto, si può anche riprendere tra tre settimane, perciò dobbiamo restare sul pezzo.
Chiudere anzitempo il Campionato? Non credo sia possibile, per quanto il momento sia particolare, ma non sarebbe bello. Quando si vince bisogna farlo sul campo, non c’è paragone. A me non piacerebbe affatto chiudere così e spero che non avvenga. Noi sappiamo che ci aspettano otto finali e ne dobbiamo vincere almeno sei, non importa chi affronteremo prima. In questo momento abbiamo solo questo pensiero in testa e ci prepariamo quotidianamente in quest’ottica.
Con Mister Pergolizzi è tutto risolto. È normale che un attaccante, dopo due mesi di lontananza dal campo, voglia giocare tutta la gara, visto che per altro si era anche messa bene per noi nell’ultimo incontro disputato. Non ho avuto molte occasioni ultimamente e per questo ero un po’ arrabbiato, penso però di avere giocato per la squadra. Io ho vissuto una sorta di maledizione. Tutto è iniziato il giorno della partita con l’ACR Messina, quando mi è venuto quell’attacco influenzale. Da lì in poi ho saltato tre partite e qualcosa è cambiato. Poi, l’infortunio a inizio Girone d’Andata, proprio quando mi sentivo davvero bene, mi ha tagliato le gambe. Per fortuna però, nel Calcio si resetta tutto. Ho voglia di fare un finale di Stagione importante, per riprendermi quello che è stato mio per tanto tempo.
Gli arrivi nel mercato invernale Lucca, Silipo e Floriano? Se i due ragazzini non giocheranno minimo 15 anni tra Serie A e B hanno fallito. Hanno tecnica di base da giocatori di Serie A e hanno il dovere di sviluppare una carriera di alto livello. Adesso devono pensare solo a crescere, se si rendono conto del loro reale potenziale, hanno un grande futuro davanti. Di Roberto Floriano, che dire? Lui è uno che fa costantemente la differenza. Ha qualità di Categoria nettamente superiore, è un fuoriclasse. Dopo l’infortunio di Capitan Santana, è stato quanto di meglio la Società potesse individuare sul mercato e lo sta dimostrando ogni Domenica sul campo, a suon di gol e prestazioni importanti”.